ITAENG

Ricordo che quando visitai Venezia per la prima volta scoppiai in un gran pianto.

Scesa dal treno, appena dopo pochi passi, venni investita da un colpo al cuore. 

Non riuscivo a credere che fosse possibile vivere come dentro ad una fiaba e ancora oggi provo lo stesso stupore.

Pur essendo ancora immatura su alcune cose mi conoscevo bene per molte altre, e sapevo dentro di me, che una volta dissacrato quell’ incontro non me ne sarei più separata. 

Questa dipendenza certa, seppur non ancora espressa, faceva paura.Pascal la definì luogo dove i fiumi sono strade che camminano, per Borges Venezia era cristallo e crepuscolo, delicato ed eterno, che ha perso la luce e teme la notte.Io, in tutti questi anni, l’ ho sentita, osservata e amata in ogni situazione: affollata e deserta di turisti, ho camminato nel caldo torrido e nell’ umido inverno con la nebbia fittissima. Ho visto biennali, musei, fondazioni attraversando l’ acqua alta con i sacchi dell’ immondizia legati fino all’inguine. Venezia è tutto questo e molto altro.Mi manca moltissimo.

Era l’ anno 2000, eravamo tutti un po’ preoccupati perché doveva finire il mondo e ignoravamo che il peggio sarebbe arrivato 20 anni dopo.

Era dicembre e faceva freddo, quel freddo che fa a pugni con le tue ossa. Dopo un viaggio di 5 giorni tornai a casa e dipinsi questo.

‘Venezia’ 

olio su tela cm 50 x 70

Collezione privata pubblicato sul catalogo ‘Forma e colore’ personale al Palazzo del Legato Albani – Urbino

I remember when I visited Venice for the first time I burst into a great cry.

I got off the train, just after a few steps, I was hit by a blow to the heart.

I couldn’t believe that it was possible to live like in a fairy tale and still today I feel the same amazement.

Although I was still immature on some things, I knew myself well for many others, and I knew within myself that once that meeting was desecrated I would never be separated from it.

This dependence on rivers, although not yet expressed, was frightening. Pascal defined it as the place where the streets are walking, for Borges Venice was crystal and twilight, delicate and eternal, which has lost the light and fears the night. years, I felt, observed, and loved it in every situation: crowded and deserted with tourists, I walked in the scorching heat and the humid winter with very dense fog. I have seen biennials, museums, foundations crossing the high water with garbage bags tied up to the groin. Venice is all this and much more.

It was the year 2000, we were a bit worried because the world had to end and we were unaware that the worst would come 20 years later.

It was December and it was cold, that cold that clashes with your bones. After a 5 day trip, I went home and painted this.

‘Venice’

oil on canvas 50 x 70 cm

Private collection published in the personal catalog ‘Forma e colore’ at the Palazzo del Legato Albani – Urbino

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